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Remanufacturing: nuovo modello di business per la manifattura italiana

Arianna Ferioli

Remanufacturing: nuovo modello di business per la manifattura italiana

Come ogni nuovo anno il 2022 inizia con nuovi propositi, è successo anche per l’industria manifatturiera. Infatti sentiamo parlare già da qualche giorno di remanufacturing, nuovo processo di business disruptive che intende rivoluzionare il settore manifatturiero, in Italia ancora se ne parla davvero poco ma rappresenta un trend a livello mondiale.

Per remanufacturing (anche chiamato Reman) si intende un nuovo processo manifatturiero il quale inizia il suo ciclo dalla fase di smontaggio del prodotto (de-manufacturing), prosegue con la manutenzione di tutti i componenti e si conclude con il riassemblaggio dei materiali costruendo un nuovo prodotto le cui materie prime provengono da prodotti non utilizzati. Si afferma che questo processo comporti un notevole guadagno da parte dei produttori e un significativo risparmio nei confronti dell’utilizzatore finale.

Stiamo vivendo tutti questo periodo di crisi e il settore industriale ne risente particolarmente poiché sono molti i materiali non disponibili a causa della cosiddetta “Crisi dei chip”, che non riguarda solamente i chip intesi come circuiti integrati, ma avvolge un insieme di materie prime come semicoduttori, metalli e minerali rari. Le fabbriche quindi hanno intrapreso obbligatoriamente un nuovo processo di produzione fruendo dei materiali a loro disposizione, nasce così il remanufacturing. Creato a partire da una necessità produttiva potrebbe farsi strada come vera e propriateoria del riuso capace di continuare il modello dell’economia circolare.

Soprattutto all’interno del settore industriale, il quale è sempre stato accusato di non destinare le giuste risorse all’aspetto ambientale, potrebbe essere l’inizio di una vera e proprio produzione sostenibile.

La sfida del remanufacturing

Come esposto poco sopra il fulcro del processo di remanufacturing consiste nel disassemblaggio del prodotto dismesso, non utilizzato o invenduto. Questo comporta necessariamente l’impossibilità di sostituire l’attività umanain favore dell’automazione in quanto potrebbero verificarsi attività che un processo automatizzato non potrebbe sostenere: ipotizziamo per esempio svitare una vite oppure smontare un elemento arrugginito da manutenere successivamente. Rappresentano operazioni mai ripetitive e possono presentarsi condizioni imprevedibili.Risulta opportuno quindi chiedersi come sia possibile adottare questo nuovo modello di business fruendo delle tecnologie Industria 4.0. Trattandosi prevalentemente di attività manuali non rappresenta un passo controcorrente bensì un mix tra processi sostenibili e analisi dati. Se davvero il campo di gioco del remanufacturing si basa sui dati, verrebbero raccolte informazioni durante tutta la vita del prodotto (o macchinario) prolungandone la sua attività.

Ma com’è possibile raccogliere e analizzare dati se viene compiuta un’azione prevalentemente manuale e non automatizzata? Il settore del software per l’automazione industriale ha messo a punto soluzioni applicative, nonché tecnologie di processo, capaci di misurare i tempi di lavoro manuale in mobilità. Sarà così possibile trarre beneficio in termini economici e ambientali dal processo di remanufacturing.

Opportunità per gli OEM nonché costruttori di macchine

All’interno del remanufacturing si cela un’opportunità per i costruttori di macchine.  Sarà infatti verosimile che il produttore originale ricopra una posizione importante nel nuovo modello di business e che in futuro possa predisporre una rete di servizi volti a rigenerare elementi soggetti a manutenzione, riproponendoli con le adeguate certificazioni proprio come se fossero elementi nuovi. In questo modo verrà favorito il processo sostenibile, riducendo gli sprechi nel settore industriale e prendendo parte attivamente ad un nuovo momento storico della manifattura.